TAVOLIERE E GARGANO

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Siamo nel nord della Puglia in quello che si configura come lo sperone d’Italia, un territorio che dal promontorio del Gargano si affaccia sul Tavoliere.

Tra le DOC di questo territorio ricordiamo il “Cacc’e Mmitte” di Lucera il cui nome significa letteralmente “togli e metti” ed è originato dalle vecchie modalità di vinificazione quando i contadini affittavano i palmenti e, per ridurre i tempi ed aumentare i guadagni, erano costretti ad adoperarli una certa fretta nell’utilizzo della pigiatura quanto della macerazione. “Toglievano e mettevano” il mosto per dare spazio al contadino successivo.

Le altre DOC di questa zona, San Severo DOC, fra le più antiche, Orta Nova DOC, fanno uso consistente di vitigni autoctoni come Nero di Troia per i vini rossi e Bombino bianco per i bianchi.

San Severo conserva un antico legame con il vino, tanto che ogni famiglia provvedeva a produrlo conservandolo in locali ricavati da una fitta trama di gallerie scavate nella roccia calcarea al di sotto delle proprie case.

La zona di San Severo custodisce una piacevole sorpresa data dalla sempre più prestigiosa produzione di straordinari spumanti ottenuti con il metodo classico, stesso procedimento dello Champagne francese. Ma la meraviglia diventa più grande se si tiene conto che i continui e prestigiosi successi partono da un vino base prodotto con l’antico quanto locale vitigno di Bombino bianco, che in qualche blend incontra i blasonati Pinot noir o Chardonnay.

Nel Gargano, la piccola cittadina di San Giovanni Rotondo rappresenta un punto di riferimento importante per i pellegrini di ogni parte del mondo. È infatti in questo paese che sorge il Santuario di Padre Pio da Pietrelcina, l’amatissimo frate delle stimmate, meta ogni anno di migliaia di fedeli che vi si recano per pregare e rendere omaggio al Santo.

Un’altra ambita meta del turismo religioso, sin dai tempi remoti, è il Santuario di San Michele Arcangelo e alla sua storia.

La fertile pianura del Tavoliere, “granaio d’Italia” è patria del grano duro oltre ad essere nota in passato per l’epopea della “Transumanza”, quando, in estate, gli allevatori trasportavano gli animali verso le montagne abruzzesi per poi fare ritorno in autunno, percorrendo “tratturi” e sostando nelle “stazioni della posta”, ancora oggi testimoni di una vecchia pastorizia; dall’altro lato un mare incontaminato dagli scorci unici in Italia; a Nord la surreale e sontuosa Foresta Umbra, una inaspettata isola di boschi dalle caratteristiche alpine.
Tipicità gastronomiche riconosciute tra i prodotti tradizionali regionali del territorio sono l’anguilla di Lesina, l’arancia bionda del Gargano, il Caciocavallo Podolico Dauno, formaggi di capra garganica, fave di carpino, formaggi di capra, prosciutto crudo di Faeto, orecchiette di grano arso, maiale nero dei monti dauni, mandorle.

 

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