LA CANTINA DEL MESE: SANTA LUCIA

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Santa_Lucia

di Betty Mezzina

Serenità, bellezza e cordialità, respirando storia di una antica azienda e tradizione. Grandi eccellenze nel cuore della DOCG di Castel del Monte.

Un’oasi di serenità, bellezza e cordialità unita a vini che parlano fortemente del territorio nel rispetto massimo dell’ambiente: ecco l’estrema sintesi dell’azienda agricola Santa Lucia a Corato. Qui tutto parla con un’aria semplice e familiare, a partire dalla sorridente accoglienza del produttore Roberto Perrone Capano, vigneron per antica tradizione familiare in Puglia, dottore commercialista a Napoli con la passione per il mare e il vento, unita alla presenza rassicurante della famiglia Zitoli che da decenni presidia e cura con affetto questa storica proprietà in territorio coratino.

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La storia della cantina Santa Lucia risale all’inizio del ‘600, quando la famiglia campano-pugliese Perrone Capano avvia alla viticoltura circa 14 ettari di terreno all’ombra non lontana del celebre Castel del Monte, superficie rimasta più o meno invariata fino a circa 10 anni fa quando si sono aggiunti altri circa 3 ettari in località Castigliola – poco distante dallo storico nucleo produttivo – da cui provengono le uve per i due rossi Riserva.  Siamo in piena docg Castel del Monte, un lembo di Murgia, caratterizzata dall’alternanza di lievi colline di roccia calcarea e pianura dove l’olivo e la vite sono parte integrante del paesaggio da sempre.

Rese contenute per ettaro, cura attenta e meticolosa delle piante, selezioni massali in vigna, uso moderato dei recipienti di legno, tecniche non esasperate in cantina, insomma la produzione di vini artigianali e genuini ma mai banali: questa la filosofia dell’azienda coratina che da sempre pone la qualità del vino come suo obiettivo principale. E per mettere nero su bianco questo suo rigoroso modo di fare viticoltura, pur praticando dal 2009 in modo biologico, nell’anno 2013 è stata avviata la conversione ufficiale che porterà a beneficiare della certificazione ufficiale a partire dal raccolto 2016.

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I vitigni utilizzati da Santa Lucia parlano profondamente meridionale e pugliese in particolare, a partire dal Fiano “Gazza Ladra”, prodotto dal 2001, ottimo esempio di freschezza unita a buon corpo, in grado di esprimersi bene anche qualche anno dopo la vendemmia così come solitamente questa grande uva è in grado di fare. Ma senza alcun dubbio i veri cavalli di battaglia dell’azienda sono i 3 vini ottenuti da Nero di Troia in purezza, etichette ben note sul territorio che si aggiudicano ogni anno ottime recensioni sulle principali guide nazionali per la sua aderenza e rispetto delle caratteristiche del vitigno.

L’etichetta base “Il Melograno” nasce da uve Nero di Troia ad acino piccolo vinificato in purezza, provenienti dalla vigna che dà il nome all’etichetta. Il “cru” ampio circa 4,5 ettari, sorge ad una altezza di 300 metri sul livello del mare su un terreno di natura calcarea, ideale per la produzione di ottimi vini rossi. Ovviamente in vendemmia è bandita ogni forma di meccanizzazione, il vino matura per circa 6-8 mesi in botti di rovere della capacità di 350 hl a cui segue un periodo di affinamento in bottiglia di altri 6 mesi.  Fiore all’occhiello di Santa Lucia è la Riserva “Le More”, piccola produzione di 5000 bottiglie ottenuta con Nero di Troia in purezza – fino al 2001 per domarne l’irruenza tannica veniva aggiunta una piccola percentuale di Malbec. Le uve utilizzate per la produzione di questo vino provengono dal vigneto Castigliola, a 300 metri sul mare, su terreno calcareo, ampio circa un ettaro e mezzo. Dopo 18 mesi di riposo in barrique e un anno in bottiglia, il vino mostra un frutto maturo di prugna, marasca, ma anche mallo di noce, anice stellato e liquirizia, tannino ben presente ma gradevolmente fuso ad una grande avvolgenza e persitenza al palato. Insomma un vino sontuoso.

A partire dall’annata 2006 Santa Lucia ha portato sul mercato lo “0,618” un’etichetta definita giocosamente da Roberto Perrone Capano la riserva della Riserva. Dietro il numero della “sezione aurea” di Fibonacci si celano sole 500 bottiglie ottenute da una attentissima selezione di uve Nero di Troia perfettamente mature che dopo la vinificazione affinano per ben 6 anni di cui 18 in barrique francesi e 4 in bottiglia. Il tempo, grande alleato di questo vitigno, gli dona indiscutibile eleganza ed auterità. La gamma di Santa Lucia include anche una piccola produzione di Negroamaro dal nome “Gazza nera”, solo vasche di cemento vetrificato e bottiglia per affinare questo vino semplice e giovane. Come tutte le cantine con una solida tradizione familiare alle spalle, a Corato si produce -se l’annata lo consente- anche un vino dolce ottenuto da uve passite di Aleatico, il Gazza Rubina, molto apprezzato per il sorprendente equilibrio fra dolcezza e freschezza. Come accade ad altri vini pugliesi, anche quelli di Santa Lucia riscuotono grande successo all’estero, attualmente sono presenti  in  Usa, Canada, Belgio, Olanda, Russia, Germania e Singapore. L’azienda durante il processo produttivo si avvale della collaborazione tecnica dell’enologo Luigi Cantatore con la supervisione di Paolo Caciorgna, mentre l’aspetto prettamente agronomico è seguito da Alfredo Tocchini.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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